The room outside


2021




Riappropriazione del proprio corpo, essere consapevoli di ciò che ci fa stare bene.

L’opera esplora il vincolo fisico provato durante i lockdown e le barriere che circondano il mondo della sessualità, in particolare la sfera della masturbazione e dei sex toys.
In risposta a tale riflessione nasce una ricerca di catalogazione e archiviazione svolta tramite il dialogo con persone contattate su Instagram, Tinder e Whatsapp.
Portare fuori il nascosto è il punto di incontro tra i due temi scelti. Difatti il lavoro si presenta come una stanza intima, privata però del suo archetipo di chiusura poiché resa visibile al pubblico. I sex toys divengono protagonisti della vita di reclusione: le foto di questi invadono lo spazio e l’essere falliforme sostituisce la figura umana.
Il personaggio principale viene rappresentato in due momenti diversi di un giorno di quarantena, annientato dalla monotonia di un tempo assente, percepito come un loop infinito.
L’installazione diviene un invito a riflettere su ciò che abbiamo capito di noi e della nostra sessualità a prescindere dal contatto con gli altri.



Installazione, dimensioni variabili, scarpe, tela, tavolo 77 x 29 cm, materasso 124 x 60 cm, sedia, tessuto, laptop, stampe su carta, accappatoio, oggettistica varia, pompon, zerbino, canottiera, cuscino, feltro, fanzine, calza, imbottitura, latta, plastica




Ph. Emma Silvana Tripaldi